Temple Bar Gallery – Dublino 2000
Per la collettiva “CHEAP” ( Stanley Darren Davis , Katie Holten, Louis Beltrame, Festi Alberto, Tonelli Matteo) vengono realizzati i “bog fetish”.
In una spontanea ricerca in continuità con la poetica del feticcio Henjam rielabora gli strumenti simbolo dell’Amministrazione (timbri, carta intestata, firme di autenticazioni) per creare degli oggetti che riproducano sensorialmente alcune tracce ricalcate da un biotopo.
Le regole che precludono la presenza umana in un luogo fragile quale una riserva naturale, dove l’ equilibrio è esclusivo dalla natura, sono governate da carte bollate, timbri, decreti, leggi. Una giungla artificiale di codici che preserva l’equilibrio naturale.
Dove l’antropizzazione non deve arrivare, si insinua un’antropizzazione più sottile e immateriale: la burocrazia.
Henjam coglie questo aspetto per farne l’oggetto della sua opera: il feticcio di palude.
Tracce del territorio vengono riprodotte attraverso dei calchi in alginato ed elaborate come timbri di autenticazione e formelle celebrative. Nati come oggetti ibridi tra il materiale scientifico e lo strumento burocratico , acquistano un’identità metafisica che li affranca dal funzionalismo elevandoli allo stato di feticci.
I calchi della terra inaccessibile diventano il medium che la evoca.
Il lavoro ha come coronamento una serie di azioni attraverso il consolato italiano a Dublino e la Temple Bar Gallery per fare in modo che venga documentata ufficialmente l’esistenza di Henjam e il giorno 7 febbraio 2000 ne viene letteralmente sugellata l’esistenza nel sistema dell’arte .