“Cheek2Cheek2” – legno di larice, filo di cotone, acciaio e ottone (53 x 13 cm – diametro della base) – Scultura di Alberto Festi
Quest’opera è molto di più di una scultura.
Il piedistallo che la sorregge e che la fa girare attorno al proprio asse per renderla godibile da tutte le prospettive è un meccanismo precisissimo in acciaio e ottone.
Il fatto è che le due parti che compongono l’opera sono incredibilmente belle e complementari: la componente lignea è materia plasmabile sotto le mani dell’artista, sostanza che prendendo forma racchiude il senso.
Tutto.
Il meccanismo metallico è invece intatto, puro, brillante e perfetto.
Come l’anima racchiusa nella carne che a volte si spezza, che a volte sanguina e che quando si aggiusta lo fa per lo più male.
La sua parte splendente invece mai.
Qualcuno mi ha fatto notare che quest’opera assomiglia, nella sua essenza, a una ballerina dall’apparenza un po’ rigida, ma che rivela in realtà un’incredibile grazia e leggerezza quando comincia a muoversi sulle punte.
Tre, Sono tre le punte su cui poggia quest’opera.
E’ una superficie talmente ridotta da rendere sorprendente che possa sorreggere il peso di tutto il significato che sostiene.
Eppure.
La gravità non è poi così grave