Alla base di questo lavoro c’è una mia riflessione sulla differenza semantica tra memoria e ricordo.
Mentre il concetto di memoria riporta a un punto più o meno definito sulla freccia del tempo, il ricordo ha invece una matrice poetica che sembra porlo al di fuori della dimensione temporale trasformandolo in emozione, sentimento.
L’interrogativo cui l’opera risponde è se sia possibile trasportare anche il presente in quella stessa dimensione, farlo diventare ricordo, pur mantenendone l’attualità.
E cosa è più rappresentativo del presente dell’IO, in cui viviamo ogni momento il nostro essere qui ed ora? Ma IO è anche tutto il passato che ha portato ad essere quello che si è, è inscindibile da tutto ciò che è stato prima.
IO è dunque già di per sé la risposta che cerca una forma.
Ho cercato di far assumere al presente i contorni del passato rappresentandolo come reperto archeologico. Un IO che si vuole conservare in tutto il suo spessore storico è già ricordo, ai miei occhi.
In quale altro modo si può modellare la profondità dell’individualità che cerca di uscire dal tempo? quale altra forma può prendere questo IO che si vorrebbe partecipe di una dimensione poetica e proprio per questo intemporale?